#expatimbruttito

Meglio soli che male accompagnati: è vero?

meglio soli che male accompagnati
Written by Amiche di fuso

Sono una persona tranquilla.

Devo proprio ricevere una porta sbattutami in faccia per rendermi finalmente conto che non riesco più a salvare un rapporto con una persona.

Altrimenti, anche a costo di abbassare una, due o tre spalle (ah no, ne abbiamo solo due, ma rendo l’idea no?) cerco di trovare un compromesso.

Non punzecchio, preferisco glissare ed evito di parlare di certi argomenti.

Facendo così sono sicura che ad alcuni posso sembrare una persona con poco carattere, che non si fa valere.

Invece ve lo garantisco: le mie idee le ho e cerco di farle valere. Solo che cerco anche di mettere sul piatto della bilancia quanto quella persona mi interessi prima di gettare la spugna.

Ultimamente però mi sono un po’ rotta le scatole di essere così accomodante.

Finalmente, alla mia tenera età, mi sono resa conto che non sopporto più lo stress causato da rapporti umani che non mi danno niente.

Allora mi sono posta la domanda: ma fino a che punto si può rimanere amici ed avere un rapporto con delle persone che la pensano in modo diametralmente opposto a te in tutto o quasi?

Meglio soli che male accompagnati, come dice il proverbio?

Si può avere un rapporto con persone che hanno idee opposte in politica per esempio?

Non ho amici o conoscenti razzisti: quello non lo accetterei mai!

Ho però conoscenti, ma anche persone molto vicine a me, politicamente schierati in senso opposto al mio e qui in USA questo significa abbracciare una filosofia di vita ed un modo di essere, non solo mettere una X su una scheda elettorale.

Il voto sulla scheda è il culmine di una scelta di vita in molti ambiti e molti di essi importanti.

Significa, per esempio, avere visioni diverse sulla possibilità o no per una donna di scegliere se abortire (pro-choice) oppure no (pro-life).

Significa essere per la libertà di avere e portare con sé le armi oppure per una regolamentazione delle stesse.

In Italia, quando ci abitavo, la politica non era un argomento predominante nella scelta degli amici. Anzi, a dire il vero, non conoscevo le idee politiche dei miei amici italiani. Ora, anche in Italia, e grazie ai social, non si fa mistero di come la si pensa.

Si può avere un rapporto con persone che hanno idee diametralmente opposte nel crescere i figli?

Qui gli esempi sono innumerevoli.

Ci sono i genitori pro o contro allattamento ad oltranza, per il co-sleeping o no.

Altri ancora pensano di essere in grado di gestire l’educazione dei figli anche quando ci sono persone che hanno studiato per essere educatori e non tutti i genitori lo sono, e scelgono l’homeschooling (scuola parentale).

C’è la categoria, che non pensavo neanche esistesse ma che ora è all’ordine del giorno nei telegiornali, dei no-vax, che non vogliono far vaccinare i propri figli.

Ci sono i genitori che vogliono essere presenti nella vita dei figli proteggendoli ad oltranza in modo da evitargli traumi oppure altri che li lasciano liberi di sbagliare in modo da permettergli di prendere delle facciate se questo può aiutarli a crescere.

E in un ambito più superficiale: si può avere un rapporto con una persona che non ha i tuoi stessi gusti nel vestire o nel modo di essere, per cui gli abiti o la cura di se stessa sono importanti e per te no o viceversa?

Ecco mi pongo queste domande perché vivendo all’estero, siamo affamati di rapporti umani.

Ci si è lasciati dietro le amicizie di sempre, magari quelle nate quando non si poteva ancora votare, non si era genitori e la più ardua scelta nel vestire era se uscire con jeans o gonna (e se ne avevano 2 in tutto) e quindi pronte a sopravvivere ad ogni scelta futura, perché con queste persone di sarà sempre qualcosa da dirsi.

All’estero ci si sente nudi e soli.

Se si trova un’amica o un amico, molte volte quella è la prima persona che parte per altri lidi.

Quando si è madri, si frequentano le scuole e si cerca di incontrare altre mamme, facendo feste per i bambini e incontri per dei caffè.

Se si lavora e si arriva in un posto nuovo di lavoro ci si butta a cercare di parlare con tutti.

Poi? Di cosa si parla?

Politica? Meglio di no.

Di figli? Solitamente le madri americane sembrano tutte madri coraggio per cui la separazione dai figli piccoli è un trauma insopportabile e tu, che tutto sommato stai benone quelle ore un cui tuo figlio sta a scuola perché non devi pensare per due e puoi fare quello che vuoi, ti senti un pezzo di c…a.

Di vacanze? E se quella persona non si può permettere gli stessi viaggi che ti puoi permettere tu o viceversa?

Se si dovesse parlare di vestiti, apriti cielo! Viceversa le donne americane hanno tutte (o quasi) unghie perfette e capelli freschi di parrucchiere… e tu magari riesci a farti una doccia veloce al mattino e se cerchi di metterti lo smalto, sei sicura che te ne dimentichi prima che sia asciutto.

Si possono creare rapporti sinceri parlando solo del tempo e dei compiti a scuola?

È giusto scendere a compromessi con le proprie idee ed essere accomodanti piuttosto di non perdere una persona che però esprime concetti che ci fanno stare male?

Allora come si scelgono gli amici tra le tante persone che si conoscono? Si possono superare le differenze? Quale limite per voi è insormontabile?

Vi faccio queste domande perché, nonostante i miei 23 anni all’estero, non ho ancora trovato una risposta. E spero mi possiate aiutare voi a trovarla.

Intanto io rifletto sui miei limiti e mi rendo conto che la persona accomodante che ero sta lasciando posto ad una  che sta davvero facendo proprio il proverbio: meglio soli che male accompagnati. Ma neanche questo mi piace.

Claudia, Wisconsin

Ha collaborato con Amiche di fuso da settembre 2015 a dicembre 2019. Potete continuare a seguirla su Un’alessandrina in America

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Author

Amiche di fuso

Amiche di fuso è un progetto editoriale nato per dare voce alle storie di diverse donne, e non solo, alle prese con la vita all'estero. Vengono messi in luce gli aspetti pratici, reali ed emotivi che questa esperienza comporta e nei quali è facile identificarsi. I comuni denominatori sono la curiosità, l'amicizia e l'appoggio reciproco.

6 Comments

  • Sinceramente? Secondo me su alcuni argomenti si possono avere idee diametralmente opposte senza grossi problemi, su altri no. Io mi sono accorta da anni che non riesco ad essere amica di persone con idee politiche opposte alle mie, perché ogni discorso diventa uno scontro. Lì frequento, ci discuto a volte, ci mancherebbe, però non sono amici. Idem con la religione, a meno che si professino religiosi ma lo siano molto moderatamente. Per il resto, non mi cre particolari problemi. Ovvio, però, si deve trattare di persone non permalose,con cui avere confronti anche accesi ma senza portare rancore. E non è facile trovarli. Alla fin fine, parte gli amici di infanzia, come giustamente scrivi tu, tutti noi tendiamo a circondarci di persone che ci somigliano.

    • Forse la mia riflessione parte dal fatto che solitamente le persone cercano di convincerti che sei tu quella che sbagli e non accettano discussioni costruttive. Nessuno ormai ammette di sbagliare, siamo tutti sicuri di essere portatori della verita` assoluta. Per questo motivo e` difficile superare lo scoglio delle conversazioni superficiali….

  • Sono d’accordo con tutto ciò che scrivi, tranne che sulla visione politica in Italia. Sono sicura che nella tua città, come nella mia, quando andavi a scuola c’erano i licei di destra e quelli di sinistra, i locali di destra e quelli di sinistra, la moda di destra e quella di sinistra. La dicotomia politica includeva(e tutt’ora lo fa) cosa si mangiava, i quartieri che si frequentavano e persino il modo di parlare e certe volte anche le amicizie.

    • Vero e sono d’accordo, ma forse ero diversa io. Forse con gli amici di infanzia si superano le differenze piu` facilmente? Poi devo dire che in una citta` come la mia , piccola e provinciale, le differenze erano tutte molto stemperate.

  • Nel mio espatrio di 4 anni in Canada ho trovato la stessa situazione: cultura e modo di vivere molto diversi, voglia di aprirsi, paura di essere fraintesi o di fraintendere. Ci ho messo di più rispetto a quanto io ci metta normalmente, ma ho portato me stessa anche li. Voglio dire che se non mi confronto con il prossimo in maniera autentica e profonda, io non ritengo neanche valga la pena di stare con gli altri. Arrivavo nei miei posti abituali e la conversazione verteva sul sole e la temperatura del giorno o su qualche complimento a qualche outfit azzeccato, o magari sulla partita di hockey del giorno prima. Dopo un pò ho cominciato a fare le mie domande dirette “al cuore”, a parlare di me e a condividere esperienze…e ha funzionato! Certo, all’inizio vedevo il terrore dipingersi sui volti di chi avevo intorno (tipo “cosa vuole questa qui da me?!?”) ma poi, superato lo shock, le persone mi aspettavano per parlare…e quando sono partita mi hanno detto: “e adesso con chi parleremo??”
    Perchè non sono abituati ad aprirsi, per cultura, per educazione, e ne sono spaventati. Ho parlato di politica e di religione anche quando sarebbe stata cosa bandita. Con educazione e con riguardo alle idee altrui. Ed è stato anche molto istruttivo. In Italia si fa, e si litiga anche, ma poi si resta amici fondamentalmente.
    Certo, come dici tu, di fronte ad un integralismo l’amicizia non regge. Ma questo problema lo trovo di più ora, ritornata in Italia in questi tempi “difficili” con una figlia di colore che, seppure italiana al 100%, nata qui, viene guardata con sospetto (infatti ha scelto di proseguire gli studi a Londra!).
    In sunto la mia risposta è: sì ai rapporti pieni, altrimenti da sole!
    Ciao Claudia! Elena

    • Elena,
      mi hai fatto venire la pelle d’oca perche` si` concordo con te in tutto! Anche io do` sempre tutto di me stessa e mi pongo nel tuo stesso modo, rispettando chi non la pensa come me e parlando/discutendo sempre con educazione. Direi che sei stata fortunata! Negli ambienti di scuola non ho mai trovato nessuno che non indietreggiasse davanti ai miei tentativi di comunicazione dopo i soliti ” it’s so cold in Wisconsin…bla bla bla”. Ho trovato due mamme al liceo di mia figlia e siamo ancora amiche ora, cioe` con loro parlo di tutto, e loro con me, ma ( perche` c’e` un ma) se non le cerco io, loro non lo fanno. Se le cerco sono sempre disponibili…allora perche` devo sempre essere io? Ho chiesto e mi e` stato detto che e` perche` io lavoro e non vogliono disturbare…allora lecita e` la domanda: allora io disturbo e loro vogliono essere sole? Insomma un cane che si morde la coda. PS: mi dispiace molto per tua figlia, in questo momento non deve essere facile essere visti come “diversi” in Italia. peccato! Stiamo indietreggiando di decenni, stiamo perdendo tutte le conquiste fatte che ci facevano vedere le persone per quello che valgono e non per la loro pelle o religione. Un caro saluto anche a te, Claudia

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